IL NOME Parte variabile del discorso che indica persone, oggetti, animali, sentimenti ... insomma ogni elemento della realtà, concreto o astratto. Il nome si classifica in base a: |
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SIGNIFICATO
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comune: indica persone, oggetti, animali in modo generico (cane, gatto, tavolo, uovo) proprio: indica particolari e determinate persone, oggetti, animali (Alessandro, Francesco, Roma, Parigi) concreto: indica tutto ciò che può essere percepito con i nostri sensi (profumo, tuono, mare, zucchero) astratto: indica sentimenti, pensieri, idee, emozioni e tutto ciò che non può essere percepito dai nostri sensi (paura, gioia,coraggio) individuale: indica una sola persona, un solo oggetto, un solo animale (sedia, libro, scatola, giornale) collettivo: nome che, pur al singolare, indica un insieme di persone, oggetti o animali (sciame, gregge, scolaresca, squadra) |
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FORMA
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maschile:(lo zaino, il lupo, lo gnomo, il cuoco) femminile: (la borsa, la maestra, la lingua, la finestra) di genere comune: nomi con un'unica forma per il maschile e il femminile, il cui genere è definito grazie alla presenza di genere promiscuo: nomi di animali con un' unica forma per il maschile e per il femminile, il cui genere è definito grazie all'aggiunta dell'aggettivo maschio/femmina (il falco maschio/il falco femmina; la tigre maschio/la tigre femmina) singolare: (uccello, casa, serpente, mummia) plurale: (uccelli, case, serpenti, mummie) invariabile: nomi con un'unica forma per il singolare e per il plurale, il cui numero è definito solo dalla presenza dell'articolo (la virtù/le virtù; il brindisi/i brindisi; il gorilla/i gorilla; lo sport/gli sport) difettivo: nomi che hanno solo il singolare o solo il plurale (la superbia, il Natale, dicembre, le forbici, le manette) sovrabbondante: nomi che hanno due forme per il plurale o per il singolare, spesso con significati diversi (il braccio-i bracci/le braccia; il ciglio-i cigli/le ciglia) |
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STRUTTURA
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primitivi: nomi formati da radice e desinenza (can-e, campan-a, erb-a, fior-e) derivati: nomi che derivano da un nome primitivo, il cui significato viene modificato grazie all'aggiunta di un prefisso e/o di un suffisso (cane/can-ile; campana/campan-ile; erba/dis-erban-te; fiore/fioraio) alterati: nomi che derivano da un nome primitivo il cui significato è parzialmente modificato grazie all'aggiunta di un suffisso; si distinguono a loro volta in: - diminutivi (gattino, nonnino, asinello, rametto) - vezzeggiativi (cavalluccio, passerotto, orsacchiotto, cuoricino) - accrescitivi (bambinone, donnone, gattone, omaccione) - dispregiativi o peggiorativi (ragazzaccio, ladruncolo, gentaglia, omuncolo) composti: nomi formati dall'unione di due parole:
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L’ARTICOLO Parte variabile del discorso che precede il nome e che con esso concorda il genere e il numero. L'articolo si distingue in: |
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DETERMINATIVO |
· il - i: si usano davanti a nomi di genere maschile che iniziano per consonante (il cane, il tappeto, i cani, i tappeti) · lo - gli: si usano davanti a nomi di genere maschile che iniziano per: - vocale, con apostrofo (l'uomo, l'albero, gli uomini, gli alberi) - s + consonante (lo studio, lo spavento, gli studi, gli spaventi) - gn (lo gnomo, lo gnocco, gli gnomi, gli gnocchi) - ps e pn (lo psicologo, lo pneumatico, gli psicologi, gli pneumatici) - x, y, z (lo xilofono, lo yogurt, lo zaino, gli xilofoni, gli yogurt, gli zaini) · la - l' - le: si usano davanti a nomi di genere femminile che iniziano per vocale, con apostrofo (l'ape), o per consonante (la tartaruga, le api, le tartarughe) |
INDETERMINATIVO
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· un: si usa davanti a nomi di genere maschile che iniziano per vocale, senza apostrofo (un uovo), o per consonante (un cane, un tappeto) · uno: si usa davanti a nomi di genere maschile che iniziano per: - s + consonante (uno studio, uno spavento) - ps e pn (uno psicologo, uno pneumatico) - gn (uno gnomo, uno gnocco) - x, y, z (uno xilofono, uno yogurt, uno zaino) · una - un' : si usano davanti a nomi di genere femminile che iniziano per vocale, con apostrofo (un'ape), o per |
PARTITIVO
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L'articolo partitivo è usato per indicare una parte imprecisata, indeterminata, di un tutto: · del - dello - della: forme singolari che possono essere sostituite con l'espressione un po' di (del pane/un po' di pane; dello zucchero/un po' di zucchero; della farina/un po' di farina) · dei - degli - delle: forme plurali che possono essere sostituite con l'espressione alcuni/e (dei panini/alcuni panini; degli asparagi/alcuni asparagi; delle uova/alcune uova)
Attenzione: l'articolo partitivo, per la forma, potrebbe essere confuso con la preposizione articolata. Per questo motivo è necessario fare attenzione e ricordare che solo l'articolo partitivo può essere sostituito con un po' di o alcuni/e. |
L’AGGETTIVO Parte variabile del discorso che, accostato a un nome, lo arricchisce, lo determina e ne esprime qualità e caratteristiche. L'aggettivo si distingue in: |
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QUALIFICATIVO |
In base alla struttura può essere: primitivo: non deriva da nessuna parola; è formato da radice e desinenza (facile, bello, rosso, grande) derivato: deriva da un'altra parola, alla cui radice viene aggiunto un prefisso o un suffisso (facile/dif-ficile; calcio/calcistico; rosa/ros-ato; Napoli/napol-etano) alterato: aggettivo il cui significato è parzialmente modificato attraverso l'aggiunta di suffissi che gli attribuiscono sfumature particolari; si distingue in: - diminutivi (grassettino, bellino, magrolino) - vezzeggiativi (calduccio, graziosetto, poverello) - accrescitivi (simpaticone, chiacchierone, pigrone) - dispregiativi (giallognolo, rossastro, poveraccio) . composto: aggettivo formato da due aggettivi qualificativi (sordo-muto, ner-azzurro, indo-cinese, multi-etnico)
In base al grado può essere: positivo: esprime una qualità del nome senza fare confronti (giovane, graziosa, curioso) comparativo: esprime una qualità messa a confronto fra due elementi; si distingue in: - di maggioranza (Alessandro è più alto di Francesco) - di minoranza (Francesco è meno alto di Alessandro) - di uguaglianza (Filippo è alto come Franco; Filippo è alto quanto Franco) superlativo: esprime una qualità posseduta al massimo grado dal nome cui l'aggettivo si riferisce; si distingue in: - superlativo assoluto: (fredd-issimo, stra-felice, super-leggero, molto alto, pieno zeppo) - superlativo relativo: la qualità è espressa al grado più alto o più basso, ma in relazione a un gruppo di persone od oggetti (il più bello della scuola, la più simpatica del gruppo) |
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DETERMINATIVO |
possessivo: determina il possesso (mio, tuo, vostro, loro) dimostrativo: determina una posizione nel tempo e nello spazio (questo, quello, codesto) identificativo: determina l'identità fra persone o cose (stesso, medesimo, tale) numerale: determina con precisione una quantità o l'ordine in un elenco/graduatoria (uno, tre, cento; quindicesimo, centosedicesimo, doppio, triplo…) indefinito: determina una quantità in modo impreciso (molti, parecchi, alcuni, troppo, nessuno …) interrogativo: si trova nelle interrogative dirette e indirette (Quale vestito indossi? Quanto caffè vuoi? Che ora è?) |
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GENERE |
NUMERO |
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maschile: (buon-o, alt-o, simpatic-o) femminile: (buon-a, alt-a, simpatic-a)
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singolare: (grande, felice, facile) plurale: (grandi, felici, facili) invariabile: ha un'unica forma per i due generi e i due numeri: - l'aggettivo pari - gli aggettivi stranieri, terminanti in consonante o con vocale accentata (snob, demodè) - gli aggettivi indicanti colori (rosso, viola, rosa) - gli aggettivi con prefisso anti + nome (anti-ruggine, anti-nebbia)
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IL PRONOME Parte variabile del discorso che si usa per sostituire un nome, ma anche un aggettivo, un verbo, un altro pronome o un'intera frase, evitandone la fastidiosa ripetizione. Il pronome si distingue per: |
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Numero |
Genere |
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singolare: (lei, lui, questo, quello, costui, tuo) plurale: (loro, essi, questi, quelli, costoro, tuoi) invariabile: (ciò, che, cui, chiunque, nessuno, qualcuno) |
maschile: (lui, questo, codesto, suo) invariabile: (ciò, che, cui) |
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SPECIE |
personale: sostituisce il nome della persona che compie l'azione, o a cui ci si rivolge, o di cui si parla; si distingue in: - soggetto: indica chi compie l'azione: io, tu, egli, ella, esso, essa, noi, voi, essi, esse (io vado al mare, essi studiano) - complemento: indica su chi ricade l'azione espressa dal verbo; si divide in forme forti o toniche, me, te, lui, lei, sé, noi, voi, loro (Hanno premiato me), e forme deboli o atone, dette anche particelle pronominali, mi, ti, si, ci, vi, lo, la, gli, le, ne, li (Ti chiamo domani) dimostrativo: indica la collocazione nel tempo e nello spazio del nome che sostituisce: questo, quello, codesto, stesso, medesimo, costui, colui, ciò, lo, la, li, le, ne, ci, vi (l'ombrello rosso è mio, quello blu è tuo) possessivo: indica a chi appartiene la persona, 1'animale o la cosa espressi dal nome che sostituiscono: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui (mio nonno va in bici, il tuo a piedi) indefinito: indica in modo generico e imprecisato l'identità o la quantità dei nomi cui si riferiscono: qualcuno, ,I qualcosa, ciascuno, alcunché, nessuno, alcuno, nulla, niente, ognuno, chiunque, molti, tanti (molti credono ai fantasmi) interrogativo ed esclamativo: viene usato in frasi interrogative, dirette e indirette, e in frasi esclamative: Chi? Che? Quale? Quanto? Chi! Che! Quale! Quanto! (Che hai detto? Non sai chi sono!) numerale: indica la quantità numerica del nome che sostituisce: uno, due, tre, primo, secondo (Quanti giochi! Me ne regali uno?) relativo: ha la funzione di sostituire un nome per evitarne la ripetizione, in più collega due frasi; si distingue in invariabile: che, con valore di soggetto (prendi il libro che è sul tavolo) o di complemento oggetto (la torta che hai fatto è squisita); cui, con valore di complemento indiretto, preceduto da preposizione (l'uomo, cui ti rivolgi, è mio padre) variabile: il quale, la quale, i quali, le quali (l'auto, con la quale sei venuto qui, è nuova fiammante) relativo misto o doppio: riunisce in sé la funzione di un pronome relativo e di uno dimostrativo o indefinito: chi, chiunque, quanto, quanti, quante (Fa' quanto ti ho detto) |
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IL VERBO Parte variabile del discorso che esprime l'azione compiuta o subita dal soggetto, oppure l'esistenza, uno stato o un modo del soggetto medesimo. Il verbo si distingue secondo: |
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SIGNIFI CATO |
· transitivo: esprime un'azione che passa dal soggetto all'oggetto; regge il complemento oggetto (Luisa guarda il mare) · intransitivo: esprime un'azione che si esaurisce nel soggetto che la compie; non passa sul complemento oggetto (Marco corre a casa; Francesco esce da scuola) |
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FORMA |
· attiva: il soggetto compie l'azione oppure il verbo esprime uno stato o un modo del soggetto (Alessandro riposa) · passiva: il soggetto subisce l'azione (lo studente è interrogato dall'insegnante; le piante sono annaffiate dal giardiniere); · riflessiva: si distingue in: - propria: il soggetto compie l'azione su se stesso e il verbo è preceduto dalle particelle pro nominali mi, ti, si, ci, vi, si che svolgono la funzione logica di complemento oggetto (Marco si lava = Marco lava se stesso) - apparente: le particelle pro nominali non svolgono la funzione di complemento oggetto ma di complemento di termine (Filippo si asciuga le mani = Filippo asciuga le mani a chi? A se stesso) - reciproca: l'azione espressa dal verbo è compiuta scambievolmente, reciprocamente fra i due o più soggetti (Marco e Tania si abbracciano = Marco abbraccia Tania e Tania abbraccia Marco) - pronominale: le particelle non svolgono alcuna funzione logica, né di complemento oggetto né di termine, ma sono l parte integrante del verbo, che è sempre intransitivo: vergognarsi, arrendersi, incamminarsi, imbattersi, ribellarsi, pentirsi, congratularsi (Simone si vergogna del suo comportamento) · impersonale si usa solo alla 3" persona singolare (qualche volta anche alla 3a plurale) ed esprime un'azione che non viene svolta da un soggetto ma si completa da sé; si tratta di: - verbi che indicano fenomeni atmosferici (piovere, nevicare, grandinare, diluviare, tuonare, albeggiare, imbrunire) . - verbi come accadere, avvenire, succedere, bisognare - alcune locuzioni composte con il verbo essere (è utile, è opportuno, è bene, è probabile, è una fortuna) - verbi preceduti dalla particella si, uso impersonale (si parte alle otto; si viaggia in prima classe) . |
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FUNZIONE |
· ausiliare: essere e avere sono i verbi ausiliari che, unendosi al participio passato di altri verbi, ne formano i tempi l composti (Luisa è andata al mare; Gianni ha visto uno scoiattolo) ! · servile: dovere, potere, volere e sapere vengono detti verbi servili quando sono seguiti da un infinito di un altro verbo: (dobbiamo partire; vuole vincere sempre) , · fraseologica: i verbi fraseologici si uniscono attraverso preposizioni semplici ai modi indefiniti (gerundio, participio, - che l'azione sta per iniziare (sta per piovere) - che l'azione inizia (comincio a leggere) - che l'azione termina (smetto di mangiare) - che l'azione si tenta (mi sforzo di restare sveglio) - che l'azione si svolge (sto guardando la TV) - che l'azione continua (continuava ad insistere) - un'azione causata dal soggetto: fare (mi ha fatto scrivere a lungo), lasciare (la mamma mi ha lasciato giocare) |
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CONIUGAZIONE |
· 1ª -are (guardare, creare, sbagliare); 2a -ere (leggere, vedere, smettere); 3a -ire (sentire, patire, venire) ~ · regolare: tutti i verbi che appartengono alla stessa coniugazione mantenendo inalterata sia la radice che la desinenza in tutti i modi e i tempi verbali · irregolare: alcuni verbi che nella coniugazione subiscono variazioni nella radice (io vad-o, tu va-i), nella desinenza (d-are, d-essi) o in entrambe (rid-ere, io ris-i) · difettivi: verbi che non hanno la coniugazione completa, ossia mancano di alcuni modi o temi verbali (addirsi, fervere, indulgere, solere, vigere) ·sovrabbondanti: verbi che appartengono a due diverse coniugazioni pur avendo stessa radice e stesso significato (adempiere/adempire; compiere/compire; intorbidare/intorbidire) |
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L’AVVERBIO Parte invariabile del discorso che, aggiunto di solito a un verbo, ma anche ad altre parti del discorso, ne modifica o ne precisa il significato. L'avverbio si distingue in base a: |
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Significato |
· qualificativo o di modo: arricchisce il significato del termine a cui si riferisce o indica, se riferito a un verbo, il modo in cui si svolge l'azione (corre velocemente, cammina carponi … pian piano, alla svelta, a gonfie vele …) · determinativo: si distingue a sua volta in: - di luogo: indica il luogo in cui si svolge l'azione o in cui ci si trova (qui, là, laggiù, sotto, dovunque) - di tempo: indica il tempo in cui si svolge un'azione (oggi, ora, presto, tardi, finora, spesso) - di quantità: indica una quantità imprecisata (abbastanza, troppo, poco, molto, piuttosto) - di valutazione: afferma, nega o mette in dubbio il verificarsi dell' azione espressa dal verbo (no, niente, sicuramente, forse, eventualmente) - interrogativo ed esclamativo: introducono una domanda o un'esclamazione (Quanto! Quanto? Dove! Dove?) |
Forma |
· primitivo: che non deriva da altre parole (qui, là, oggi, prima, forse) · composto: costituito da due o più elementi (in-fine, per-Io-più, sopra-tutto) · derivato: che deriva da un'altra parola, modificata dal suffisso -mente (veloce-mente, dolce-mente, cortese-mente) o dal suffisso - oni (balzell-oni, saltell-oni, bocc-oni) · aggettivi indefiniti e qualificativi con funzione avverbiale: (molto, poco, assai) · locuzioni avverbiali: espressioni costituite da più termini con valore avverbiale (in fretta e furia, a poco a poco, senza dubbio) |
Grado
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· comparativo: si distingue in: - di maggioranza (più velocemente di) - di minoranza (meno velocemente di) - di uguaglianza (tanto velocemente quanto) · superlativo assoluto: si forma con l'aggiunta del suffisso - issimamente, oppure premettendo all'avverbio molto o , assai (cortesissimamente, molto/assai cortesemente) · superlativo relativo: si forma premettendo all'avverbio l'espressione il più, il meno (il più gentilmente, il meno avidamente) |
LA CONGIUNZIONE Parte invariabile del discorso che serve a collegare elementi di una frase o ad unire più frasi all'interno di un periodo. La congiunzione si distingue secondo forma e funzione |
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FORMA |
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· semplice: congiunzione costituita da una sola parola (e, né, ma, se, anche ... ) · composta: congiunzione costituita da più parole unite insieme (oppure = o + pure, neanche = né + anche, sebbene = se + bene, poiché = poi + che ... ) · locuzione congiuntiva: congiunzione formata da più parole scritte separatamente (per la qual cosa, dal momento che, anche se, a patto che ... ) |
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FUNZIONE |
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· coordinativa o coordinante: congiunzione che unisce due elementi della frase con lo stesso valore (due nomi, due verbi, due aggettivi ... ) o due proposizioni indipendenti fra loro. Si divide in: |
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Copulative |
Accostano parole o frasi (e, anche, pure, inoltre, né, neppure, neanche) |
Laura e Luisa sono sorelle. |
Avversative |
Contrappongono due parole o frasi (ma, però, anzi, eppure, nondimeno, peraltro, bensì, tuttavia ... ) |
Luigi è molto vivace ma non maleducato. |
Disgiuntive |
Collegano due termini che si escludono a vicenda (o, oppure, ossia, ovvero, altrimenti) |
Preferisci l'estate o la primavera? |
Conclusive |
Esprimono la conclusione o la conseguenza di quanto detto precedentemente (perciò, quindi, ebbene, allora, pertanto, sicché ... ) |
Sono stanca, perciò vado a letto. |
Dichiarative o esplicative |
Spiegano quanto detto precedentemente (cioè, infatti, ossia, effettivamente ... ) |
Le zebre sono erbivore, ossia si nutrono principalmente di cibo di origine vegetale. |
Correlative |
Mettono in correlazione parole o frasi(e .. e, né ... né, sia ... sia, tanto ... quanto, non solo ... ma anche ... ) |
Non solo sei testardo, ma anche irascibile. |
· subordinativa o subordinante: congiunzione che unisce una proposizione principale (reggente) con una o più, proposizioni subordinate o dipendenti. Si divide in: |
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Dichiarative |
che, come |
Ti prometto che mi comporterò bene. |
Temporali |
prima che, quando, dopo che, mentre, finché, appena, ogni volta che ... |
Appena sono uscita è scoppiato il temporale. |
Finali |
affinché, perché, allo scopo di, al fine di ... |
Allenati affinché la gara vada bene. |
Consecutive |
così...che, a tal punto ... che, in modo tale ... che, cosicché ... |
Parlava così in fretta che non abbiamo capito quasi nulla. |
Condizionali |
qualora, se, purché, dato che, a condizione che ... |
Se vai al mare, prendi la crema solare. |
Modali |
come, quasi, come se, in modo che, secondo che ... |
Sei veloce come una gazzella. |
Concessive |
benché, nonostante, sebbene, anche se, per quanto ... |
Sebbene ti sforzi, non riesci proprio a stare zitto. |
Causali |
poiché, perché, siccome, dal momento che, dato che ... |
Invidio Simone perché è intelligente e sicuro di sé. |
Avversative |
mentre, quando ... |
Corre continuamente, mentre dovrebbe riposarsi. |
Comparative |
così … come, tanto … quanto, tanto … come, più … che … |
Chiara è tanto bella quanto simpatica. |
Interrogative e dubitative |
quando, quanto, perché, se … |
Mi chiedo quando arriverà. |
Esclusive |
senza, senza che |
Entra senza fare discussioni. |
Limitative |
a meno che, per quanto, secondo che, per quello che … |
Per quanto ti giustifichi, il tuo gesto è inqualificabile. |
Eccettuative |
fuorché, salvo che, eccetto che, tranne che, se non che …. |
Uscirò più tardi, salvo che non piova. |
LA PREPOSIZIONE Parte invariabile del discorso che si antepone a nomi, pronomi, aggettivi, avverbi e verbi all’infinito per collegare due parole (formando i complementi) o due proposizioni. La preposizione si distingue in: |
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PROPRIA |
· Preposizioni semplici: sono nove parole monosillabiche invariabili (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) · preposizioni articolate: si ottengono dall’unione delle preposizioni semplici con gli articoli (fatta eccezione per le preposizioni semplici per, tra e fra, che non formano le preposizioni articolate)
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IMPROPRIA |
Avverbi, aggettivi o verbi che, anteposti a un nome o a un pronome, formano con essi un complemento indiretto: · avverbi: accanto, avanti, attorno, circa, contro, davanti, dentro, dietro, dopo, fuori, prima, sopra, sotto, insieme, oltre · aggettivi: lungo, lontano, vicino, secondo (lungo il fossato; lontano da casa; secondo la tua opinione) · verbi: participi presenti come mediante, rasente, durante (rasente il muro), o participi passati come eccetto, escluso, dato (esclusa la domenica) |
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LOCUZIONE PREPOSITIVA |
Espressioni formate da più parole che svolgono la funzione di preposizione: , · preposizione + sostantivo + preposizione: in mezzo a, in luogo di, per causa di, a favore di, nell'interesse di, per opera di · avverbio o locuzione avverbiale + preposizione: fuori di, all'infuori di, insieme con, lontano da, invece di, di là da · doppie o triplici preposizioni: in su, con su, fra di, tra di, su di, d'in su |